IL TELERISCALDAMENTO: INFORMAZIONI GENERALI
Si tratta di un moderno sistema di riscaldamento urbano e fornitura di acqua calda, che presenta molteplici vantaggi, di cui i principali sono:
- la sicurezza, perché utilizza acqua anziché gas,
- il miglioramento ambientale del territorio, perché evita l’uso delle caldaie domestiche ( i cui fumi sono inquinanti e poco controllati) convogliando le emissioni in un unico punto di scarico,
- la semplicità di utilizzo, vale a dire l’utente gode di un servizio “chiavi in mano” e non ha più manutenzione singola e controlli obbligatori della propria caldaia da effettuare, ma una manutenzione dell’impianto condominiale – da verificare con il proprio impiantista – e la cui spesa è risuddivisa per tutte le unità abitative servite dallo stesso impianto.
In Italia è utilizzato dagli anni ’70, ma la sua diffusione è ancora limitata ad alcune zone del paese, per lo più al Nord. Il teleriscaldamento, in parte ancora sconosciuto, sta assumendo un ruolo di crescente rilievo nelle scelte di politica energetica soprattutto nelle grandi città., dovuto ai costanti aggiornamenti della normativa italiana su input europeo in materia di efficientamento energetico.
Oltre alla maggiore sicurezza e alla semplicità di uso, con il teleriscaldamento si ha anche un beneficio ambientale immediato. Si eliminano, infatti, i fumi di scarico inquinanti provenienti dai camini delle singole caldaie condominiali o unifamiliari, che in alcuni casi bruciano ancora gasolio, nafta o simili. Tutto questo è sostituito da un’unica centrale termica controllata e monitorata continuamente. Rispetto alle singole caldaie, quindi, il teleriscaldamento assicura un controllo accurato del funzionamento dell’impianto, sia nei processi di combustione che riguardo alle emissioni in atmosfera.
Recenti studi raccolti da Euroheat & Power, l’associazione europea del teleriscaldamento, hanno evidenziato che se in Europa si raggiungesse il raddoppio dell’uso del Tlr si eviterebbe di riversare nell’atmosfera ben 400 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Il teleriscaldamento quindi, oltre ad apportare vantaggi come la maggiore sicurezza, può davvero essere considerato la forma di riscaldamento più green oggi disponibile. Consente di abbattere le emissioni di gas serra e, infatti, la Commissione Europea ne raccomanda fortemente l’utilizzo, anche in vista del raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20 (entro il 2020, ridurre del 20% delle emissioni di CO2, soddisfare il 20% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, ridurre del 20% i consumi energetici).
IL TELERISCALDAMENTO A ROMA SUD: DIFFERENZE E CRITICITA’
Allo stato attuale i quartieri serviti dal teleriscaldamento nella Capitale risultano essere Torrino Decima – Torrino Sud e alcune zone di Mostacciano, insieme a Torrinomezzocammino, tutti collegati alla Centrale Acea di Tor di Valle, che risulta quindi essere la centrale di TLR più a sud d’Europa.
Nei quartieri Torrino Sud e Mostacciano, per la Convenzione firmata con il Comune di Roma, il TLR viene sfruttato per il riscaldamento invernale nel periodo novembre-maggio e con le accensioni orarie stabilite dalle assemblee condominiali sulla base delle ordinanze annuali del Sindaco. L’acqua calda sanitaria (ACS) viene invece prodotta in massima parte dai singoli utenti con sistemi diversi dal TLR: boiler elettrici o piccoli scaldacqua a gas individuali.
Inoltre viene applicata la tariffa cosiddetta Monomia, ovvero il kwh ha un determinato costo a consumo (es 0,0083€/kwh), la fatturazione viene effettuata alle utenze che sono Condominiali (con ripartizione dei consumi in base ai millesimi e che rispondono unitariamente di eventuali morosità) così come condominiali sono gli scambiatori (le cosidette Sottocentrali).
A TORRINOMEZZOCAMMINO, sempre grazie alla convenzione firmata da Comune di Roma, Acea e Consorzio Unitario Torrino Mezzocammino, sia il riscaldamento invernale che l’Acs vengono prodotti con il teleriscaldamento.
La tariffa applicata è la cosidetta Binomia, che risulta composta da una quota fissa e da una quota variabile, ed il cui costo del kwh risulta leggermente inferiore a quello della tariffa monomia (es 0,0064€/kwh).
La quota fissa è determinata dalla potenza necessaria a sopperire ai fabbisogni termici sia dei singoli fabbricati che delle singole unità abitative. Questo dato risulta da calcoli tecnici specifici e viene trasmesso ad Acea dai costruttori; Acea poi lo quantifica riattribuendolo pro quota ad ogni utenza, anche perché rappresenta in parte l’ammortamento del cospicuo investimento sostenuto dall’Azienda per la realizzazione dell’intero nuovo sistema sul territorio di TMC.
In bolletta c’è una ulteriore voce relativa ai consumi: la cosiddetta Quota di Distribuzione, che equivale al calore disperso dagli impianti che distribuiscono il calore dalle sottostazioni alle abitazioni degli utenti.
Pur essendo gli scambiatori (le Sottocentrali) impianti condominiali, la Convenzione ha stabilito a TMC una fatturazione per singolo utente, che risponde in proprio delle eventuali morosità individuali.
Inoltre a TMC l’ACS viene prodotta con il TLR, raramente con circuiti separati fra riscaldamento invernale e acqua, cosa che comporta non solo l’uso dell’impianto in modo continuativo tutto l’anno e h.24, ma anche un aggravio dei costi di elettricità per il condominio dovuto alla costante accensione delle pompe delle sottocentrali.
Il TLR è stato magnificato come un sistema ecologico ed economico. E se questo è vero, ciò che però nessuno ha spiegato agli utenti del quartiere di TMC è che esso non è in tutto e per tutto un sistema autonomo, in quanto la sottocentrale e l’impianto di tubazioni che da questa si diparte per raggiungere tutti i contatori ad essa connessi in verità servono l’intero palazzo come un unicum.
Per questo motivo il singolo residente di TMC che abbia un contratto di TLR viene a pagare, oltre al proprio consumo, anche una parte (reperibile in bolletta alla voce “quota di distribuzione”) della dispersione dell’intero impianto che fa girare il calore dalla sottocentrale a tutti i singoli contatori sia per il riscaldamento invernale che per l’acqua calda sanitaria ( cosiddetta “ACS”).
Come già accennato prima, per fornire acqua calda sanitaria in inverno come in estate gli impianti risultano sempre accesi. Inoltre essi sono stati realizzati in modo e (presumibilmente) con materiali diversi, determinando in definitiva consumi e costi differenti fra i diversi fabbricati nonché la maggiore o minore soddisfazione degli utenti.
COSA FARE a TMC?
Un percorso di abbattimento dei costi elevati del servizio di teleriscaldamento è costituito dall’ipotesi dello spegnimento orario e/o stagionale. Infatti le dispersioni presenti sulle tubazioni, dove non siano state coibentate a norma in fase di realizzazione del palazzo, presentano un impatto maggiore con l’utilizzo continuo nella giornata e per 365 gg della produzione di ACS oltre al consumo di corrente elettrica dovuto al continuo pompaggio dell’ACS fino agli ultimi piani.
Il calorimetro generale, infatti, che si trova in corrispondenza della sottostazione condominiale, dovrebbe misurare un valore di KWh consumati pari alla somma dei singoli contatori degli appartamenti; in realtà i consumi risultano maggiori per via delle dispersioni, e la differenza viene riattribuita come quota in aggiunta ai consumi dei contatori individuali.
Inoltre i KWh consumati dalla sottostazione condominiale aumentano anche per la richiesta di potenza termica dei singoli appartamenti per il riscaldamento e per ACS, come funzione della portata d’acqua richiesta e della differenza di temperatura (ovvero da chi aumenta a piacimento la temperatura dei termosifoni o dell’acqua nel boiler ritenendo di avere un impianto autonomo, per intenderci).
Quindi quando l’utilizzo della sottostazione si riferisce al solo riscaldamento nella stagione invernale, che una volta riempito l’impianto del palazzo ha poca variabilità in portata e una differenza di temperatura tra mandata e ritorno sui termosifoni di circa 10°, soprattutto se gli utilizzatori delle varie unità abitative evitano accensioni e spegnimenti repentini del riscaldamento ma adottano un consumo stabile e piatto con variazione di pochi gradi sul termostato, la sottostazione lavora in condizioni di consumo equilibrato ed ottimizzato.
Quando invece si effettuano continue richieste di ACS (cosa più frequente con la stagione calda!!!), la sottostazione deve variare rapidamente la portata d’acqua richiesta, magari per necessità di più persone dello stesso palazzo a farsi la doccia contemporaneamente: la differenza di temperatura per scaldare l’ACS dai 10° dell’acqua dell’acquedotto di approvvigionamento idrico fino ai 40° del boiler è di 30°, cosa che determina una sollecitazione della sottostazione a produrre maggiori KWh e fornire più potenza termica, con consumi maggiori che vanno poi riattribuiti su tutti i condòmini, anche per coloro che hanno l’appartamento temporaneamente vuoto o per gli appartamenti ancora non abitati.
Questi incrementi in alcuni condominii hanno raggiunto valori anche del 70% superiori al consumo del singolo appartamento pertanto, non potendo optare per un sistema di ACS separato dal riscaldamento con accumulo unico e coibentato perché si sconvolgerebbe l’impiantistica di molti edifici, la soluzione suggerita per un uso del teleriscaldamento a risparmio energeticoè di utilizzarlo per il solo servizio di riscaldamento, mentre per la produzione dell’ACS bisognerebbe provvedere in autonomia: o accendendo la sola serpentina elettrica (già presente nei boiler) o ricorrendo all’installazione di sistemi ad oggi sovvenzionati anche dagli incentivi statali (come ad es pompe di calore), che comporterebbero un abbattimento sui costi di consumo del teleriscaldamento, su alcune simulazioni anche del 30%.
In sintesi non appare assolutamente agevole trovare soluzioni che possano concordemente soddisfare tutti gli utenti.
Purtroppo emergono indubbi profili di responsabilità dei costruttori in fase di realizzazione degli impianti e in fase di informativa (sia al gestore che all’utenza). La soluzione dei punti di criticità può passare attraverso varie strade (non necessariamente l’una esclusiva dell’altra): dalla proposta economica con il Gestore all’avvio di azioni nei confronti dei costruttori, ma ad oggi a quanto pare non risultano esservi soluzioni (economiche, stragiudiziali ovvero giudiziali) che possano definitivamente eliminare tutte le criticità, né tanto meno soluzioni a parametro “0”, senza costi o esborsi, diretti o indiretti.
Se da una parte i residenti, per ottimizzare prestazioni e costi, dovranno adottare una accorta gestione dei propri consumi, seppur rapportati alle proprie esigenze, stante che la maggior parte dei problemi connessi con il Teleriscaldamento sia da ricondurre alle tecniche di costruzione (non a norma o inadeguate), dall’altra parte per i condominii e le villette, prima di attuare qualsiasi intervento strutturale, emerge l’ineludibile necessità di verificare come siano stati realizzati gli impianti attraverso una perizia tecnica sui fabbricati; ciò consentirà non solo di poter da subito applicare comunque tutti gli accorgimenti tecnici utili quantomeno a minimizzare ove possibile i problemi riscontrati, ma anche di verificare tecnicamente caso per caso con Acea (che si è detta disponibile) le situazioni in cui possa applicare forme di incentivi e di risparmio, ancora da definire sulla quota di dispersione.
Per quanto riguarda la quota fissa, va sottolineato che una sua eventuale rimodulazione presenta purtroppo una criticità: se per un verso, infatti, il Gestore ha messo la propria disponibilità ad avviare delle analisi pilota su alcuni fabbricati per verificare la coerenza fra la potenza erogata, quella indicata dal costruttore e quella effettivamente necessaria, d’altro canto potrebbe arrivare ad una rimodulazione della quota solo ove ciò non significhi modificare la quota di energia totale erogata dalla sottocentrale (stante anche la parametrazione degli investimenti su tale potenza).
Dal punto di vista commerciale Acea propone il passaggio dalle utenze separate per unità immobiliare alla gestione condominiale del servizio, che avrebbe come vantaggi quello di abbattere i costi di gestione stessa e quello di consentire senza difficoltà tecniche una modulazione oraria/stagionale del servizio, mentre avrebbe lo svantaggio che ricadrebbero comunque sul condominio tutti gli oneri e i costi (per es. quelli degli appartamenti non abitati i cui costi sono attualmente sostenuti dal gestore), compresi quelli dei condòmini morosi. Si tratta di una proposta economica e in tal senso, comunque, il Gestore si è reso disponibile anche a valutare ulteriori incentivi per consentirne il passaggio.
Dal punto di vista giuridico, la variazione da utenze singole a utenze condominiali sembrerebbe la miglior soluzione, per il fatto che l’attuale sistema prende i difetti di entrambe le situazioni. Peraltro in base alla nuova normativa del Condominio, si ritiene che non debba essere necessaria più l’unanimità dei condomini per decidere questo passaggio, ma siano necessarie le maggioranze qualificate previste dagli artt. 1136 e 1138 c.c.. Dal punto di vista tecnico, come già esposto, il passaggio consentirebbe la modulazione del sistema (in accordo con il gestore) e la possibilità di escludere l’acqua sanitaria per la quale si potranno utilizzare altri sistemi.
COME OTTENERE IL MEGLIO DAL PROPRIO IMPIANTO DI TLR: INFO GENERALI PER I SINGOLI UTENTI
E l’obiettivo di coloro che usufruiscono già del servizio di teleriscaldamento. Con alcune semplici regole è possibile ottenere un ulteriore risparmio di energia, con benefici per il portafogli e per l’ambiente in cui viviamo.
Impostare bene il termostato – Tramite il termostato posto in casa è possibile scegliere gli orari in cui avere la temperatura interna desiderata.
Aumentare la temperatura significa sollecitare TUTTO l’impianto, con consumi più elevati SIA SINGOLARMENTE CHE PER TUTTO IL CONDOMINIO (dove purtroppo ci siano dispersioni cospicue dell’impianto). Innalzarla di un solo grado, ad esempio, comporta un consumo maggiore (compreso tra il 6 e il 10%), che si riflette sulla bolletta energetica. In caso di assenza temporanea dall’abitazione è meglio impostare la temperatura tra il 15 e i 17 gradi, se l’assenza invece si prolunga il termostato dovrebbe essere regolato sui 5-6 gradi.
Preferire un modello di consumo piatto – Nel caso di tariffe binomie, cioè con una quota fissa per la potenza impegnata e una variabile legata al consumo, occorre ottimizzare le potenze adottando un modello di consumo piatto, con temperature costanti nel corso delle 24 ore. Questo garantisce una riduzione dei costi finali.
Evitare che il calore si disperda all’esterno – E’ opportuno ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno, chiudendo sempre le imposte la sera o quando ci si assenta per molto tempo da casa, verificando dove possibile la coibentazione delle tubature. E’ meglio ridurre la richiesta di riscaldamento nel momento in cui si aprono le finestre per cambiare l’aria, fissando sul termostato una temperatura di circa 10° C.
Verificare il boiler – Il boiler, anche se collegato alla rete di teleriscaldamento, va sempre controllato verificandone periodicamente lo stato. E’ meglio regolare la temperatura dell’apparecchio sui 45/50 gradi e applicare un depuratore all’ingresso dell’acqua, per ridurre la formazione di calcare. I depuratori, così come i vasi di espansione di controllo della pressione, potrebbero essere stati applicati ai singoli boiler o invece piuttosto essere stati realizzati per più unità abitative (scale o palazzi). Informarsi presso gli amministratori del condominio, che devono essere in possesso delle informazioni relative.
Un occhio di riguardo ai radiatori – I radiatori vanno sempre sfiatati all’accensione dell’impianto. Inoltre, non devono essere coperti da tende o da copritermosifoni, per agevolare la libera circolazione del calore.
A ogni ambiente la giusta temperatura – Se si vogliono temperature diverse in diverse stanze della casa, bisogna applicare a ogni radiatore una valvola termostatica, che regola in automatico il flusso dell’acqua calda ai termosifoni a seconda dei gradi impostati. Man mano che la temperatura ambiente si avvicina a quella desiderata, la valvola si chiude e l’acqua calda è dirottata verso gli altri radiatori. Questo evita sprechi, stabilizzando la temperatura a livelli differenti nei diversi locali. Il risparmio energetico ottenuto tramite l’uso delle valvole termostatiche può arrivare fino al 20%.